3 giu 2014

Pak, Brik, Evero …sono tutti cugini! Ovvero una piccola storia tra geometria e packaging.




“Comincio dall’inizio” disse la scatola.
“Il mio bis bis bis nonno nacque tanti anni fa nel Nord d’Europa: in Svezia. Ma non era alto e snello come sono da quelle parti anzi, era basso, un po’ triangolare e con la testa a punta, sembrava quasi una piramide e per questo tutti lo chiamavano Tetraedro. A lui piacque così tanto questo nome che decise che si sarebbe fatto chiamare Tetra.”


Caterina guardava la scatola, non aveva capito quel nome così difficile “Tretra…”, no era “tetradreo”..no non era neanche così… “Insomma”, pensava, “non ho capito, ma so che cos’è una piramide!” e allora, Caterina, cominciò a pensare ad una scatola a forma di piramide.
“Le altre scatole lo prendevano un po’ in giro” disse la scatola “ perché la forma che aveva era proprio strana. E tutte pensavano che sarebbe stato presto gettato via. Ma invece, nel vederlo, più d’una persona si emozionò. Tutti stavano intorno a lui ed erano tutti interessatissimi. Cominciarono subito a volerlo tenere, a giocarci un po’, a girarselo tra le mani. Oltre alla forma trovavano molto interessante il vestito che indossava. Era un abito particolare, fatto di tanti strati”. 


Caterina pensava a tutti gli strati di vestiti che in inverno doveva mettere: la canottiera e poi la maglietta e poi la camicia e poi il maglione e poi le calze lunghe e poi i pantaloni e poi la giacca, sapeva anche che in Svezia era più freddo:
“Chissà quanti strati aveva tuo nonno?!” pensò ad alta voce Caterina.



“Tanti. Anche io ne ho tanti, ma la cosa che meravigliava tutti era che con questi strati non si bagnava, cosa strana se ci pensi, per una scatola”.
“Sì, anche a me piace mettere l’impermeabile se piove, e usare l’ombrello e gli stivali di gomma. Posso saltare anche nelle pozzanghere e non mi bagno!”
E per questo che mio nonno” continuò la scatola “fu subito usato per conservare i cibi e le bevande. Decisero che poteva servire per inviare il cibo e il latte a tutti, anche a quelli che vivevano lontano: lo riempirono e lui cominciò a viaggiare. Andò in giro in tutta Europa e volevano mandarlo anche nel resto del mondo, ma lui da solo non poteva e iniziarono a nascere tante scatole come lui.”








La scatola stette un attimo in silenzio, guardò Caterina e le chiese “Sai qual’era il problema però, con tutte quelle scatole a forma di piramide?”
“Che si pungevano?” disse Caterina.
“Quasi! Il problema era proprio come farle stare una accanto all’altra. Ma alla fine trovarono anche una soluzione per quello e costruirono delle casse di metallo esagonali”.
“Uffa” pensava Caterina “io non lo so cos’è una cosa esagonale…”



Ma la scatola non si accorgeva di tutti questi problemi che aveva la piccola Caterina e continuava la sua storia.
“Ad ogni modo, anche se così potevano far viaggiare più scatole insieme, pian piano, i figli e poi i nipoti del mio bis bis bis nonno cominciarono a cambiare forma e cominciarono a essere rettangolari, alcune più alte, altre più basse, alcune strette e altre larghe, ma tutte con forme più regolari, così divenne più facile per tutti noi (nipoti dei nipoti) viaggiare! Ora siamo tantissime, siamo in tutto il mondo e siamo tutte parenti, sai?”
“ E vi chiamate tutte allo stesso modo?”


“Il cognome è sempre quello: Tetra, ma io sono Pak e ho tante sorelle ma poi c’è Brik, Evero e tanti altri e siamo tutti cugini. Ognuno di noi ha dentro di sé qualcosa di particolare. Io e le mie sorelle, di solito, abbiamo le cose che si bevono: il latte e i succhi di frutta.”


“Che non mi piacciono” disse Caterina.
“Ora che mi hai pulita ben bene” disse la scatola Pak “potrò di nuovo essere utilizzata”
Caterina, guardò la scatola e disse quasi urlando “ Ma che schifo, puzzi!”
Povera scatola, ci rimase tanto male…lei non aveva il naso, non sentiva il suo odore, sapeva solo che la cosa più brutta per una scatola come lei era puzzare. Le altre scatole hanno paura dell’acqua, perché se si bagnano vengono buttate perché non servono più, ma questo non era un problema per lei e tutte le scatole Tetra come lei. Invece la puzza, quella sì che era un problema…Ritornò ad essere triste e cominciò a pensare che presto sarebbe stata gettata via anche lei.
“Scusa” disse Caterina, e intento pensava a tutte quelle volte che la mamma le diceva che non si dice “che schifo”. “Non ti volevo offendere, è solo che non mi piace il succo di frutta e allora non mi piace il tuo odore”.
“No” disse la scatola piangendo (tanto si poteva bagnare), “ hai ragione, nessuno mi vorrà utilizzare più, non sono più buona per contenere nulla…”
Quella notte la scatola rimase sveglia e triste. Caterina, invece si addormentò dopo un po’, perché era stanca e perché sapeva che la mattina dopo sarebbe arrivato il papà a dirle di alzarsi che altrimenti facevano tardi. Infatti, non fece in tempo a chiudere gli occhi che ecco arrivare il papà: “ Caterina, sveglia dormigliona è ora di alzarsi”. Ma che dormigliona!
Caterina, si alzò, prese la scatola che si era nascosta sotto il letto e le disse:
“Aspettami qui, che quando torno da scuola giochiamo insieme!”
La scatola la guardò con gli occhi stanchi e la salutò sospirando.
Non sapeva quello che l’aspettava nel pomeriggio…

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